Un anno di Giappone

Autunno 秋

Capitoli 8 〜 14

Giorno 8 - Himeji

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Prodotti tipici e souvenir

Questo “sakè al gusto di ciliegio” è un souvenir tipico della città di Himeji. Si tratta di un sakè prodotto con Sakura Kōbo, il lievito ricavato dai fiori dei sakura che crescono numerosi nei giardini del castello Himeji-jō.

Da consumarsi freddo, ha un aroma dolce ed equilibrato con un’elevata acidità. La stessa bottiglia di vetro in cui è venduto, che ricorda le mura del castello, è un souvenir da collezione. Una distilleria che lo vende è la Tatsuriki.

Sakura kōbo sakè Drop Down
Sakura kōbo sakè, pic author

Le Himeji-koma sono trottole di legno prodotte in questa area da più di 100 anni. Erano un giocattolo molto popolare tra i bambini, grazie all’ottima capacità di rimanere in equilibrio per un lungo periodo di tempo.

Dipinte a mano, oggi sono ancora molto diffuse come decorazioni di arte popolare, souvenir e piccoli regali da scambiare in occasione del nuovo anno.

Himeji-koma Drop Down
Himeji-koma, pic author

I fūrin sono campanelle eoliche in vetro o ghisa che si appendono sotto i porticati principalmente in estate, producendo un piacevole suono al vento.

A differenza dei fūrin comuni, le hibashi-fūrin realizzate dalla famiglia Myōchin di Himeji sono composte da quattro bacchette di metallo per bracieri

Per la loro eleganza e design  vengono utilizzate anche come elementi di arredo interno alle abitazioni. Sul sito ufficiale della famiglia Myōchin si possono anche comprare online.

Myōchin hibashi-fūrin Drop Down
Myōchin hibashi-fūrin, pic author

L’hariko è una tecnica di lavorazione di carta washi per creare giocattoli, statue di animali e maschere di festival.

Questa tecnica è tipica dell’area di Himeji e i prezzi di questi oggetti sono molto contenuti e facili da trasportare, ottimi quindi come souvenir.

Himeji-hariko Drop Down
Himeji-hariko, pic author

Gli oggetti in pelle di Hime sono un altro souvenir artigianale tipico di Himeji. Fino all’era Sengoku, le armature indossate dai samurai, le selle, i finimenti e le briglie per i cavalli erano principalmente realizzate in cuoio, e si ritiene che proprio nell’area di Himeji sia iniziata la lavorazione di queste pelli.

Oggi è possibile acquistare diversi prodotti così lavorati, come portafogli, borse e altri oggetti di uso quotidiano. In particolare, la pelle Hime è nota per avere colori piuttosto vivaci, che vanno dai rossi, ai bianchi, blu e rosa e per accogliere disegni e decorazioni che impreziosiscono gli oggetti rendendoli vere e proprie opere d’arte.

Hime kawa-zaiku Drop Down
Hime kawa-zaiku, pic author

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Giorno 9 - Okayama & Takamatsu

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Prodotti tipici e souvenir

A Takamatsu, la città che ospita il più grande giardino di pini del Giappone, molti vivai vendono bonsai di pino, come quelli di Kokubunji e Kinashi, ad ovest di Takamatsu, principale area di produzione di bonsai di pino. Un piccolo negozio è presente anche all’interno del giardino Ritsurin-koen.

La varietà di pino più diffusa in Giappone è il Kuromatsu (Pinus thunbergiana), o pino nero, diffuso principalmente nelle zone costiere dell’isola di Honshū. Caratterizzato da una corteccia ruvida e scura e da foglie ruvide e appuntite, il Kuromatsu è chiamato ”Omatsu”, pino maschio, ed è molto resistente.

Al contrario, il pino Akamatsu (Pinus densiflora), o pino rosso, è chiamato invece ”Mematsu”, pino femminile, in quanto possiede foglie delicate, lunghe e sottili con un tronco altrettanto slanciato. La sua corteccia tende ad assumere una colorazione rossastra con il procedere dell’età e si trova principalmente nelle regioni montuose.

I bonsai di pino della regione hanno la reputazione di essere difficili da coltivare, in quanto cresciuti in un terreno particolare e ben drenato. In caso di acquisto si consiglia di informarsi presso il negozio e l’aeroporto per l’esportazione.

Bonsai Drop Down
Bonsai di pino, pic author

Creati 1200 anni fa nell’attuale prefettura di Kagawa, un tempo chiamata regione Sanuki, questi udon sono caratterizzati da una forma tubulare e spessa, e rientrano tra i tre più celebri udon del Giappone.

Possono essere acquistati confezionati, secchi o freschi, nei vari negozi in particolare a Takamatsu. In città sono diffusissimi i ristoranti che adottano la formula fai-da-te dove il cliente, ricevuta la scodella di spaghetti fumanti, può terminarne la cottura in appositi pentoloni e scegliere gli ingredienti di accompagnamento, uno di questi è Chikusei.

Sanuki udon Drop Down
Sanuki udon, pic author

Introdotte dalla Cina durante il periodo Heian, questi artigianali oggetti sferici erano utilizzati dai bambini come giocattoli nel gioco dell’Otedama, il lancio in alto dei sacchetti di fagioli, in particolare nei primi giorni dell’anno.

Con il passare del tempo, sono divenute decorazioni raffinate dove i fili colorati e intrecciati creano disegni geometrici unici. Oggi sono vendute come portachiavi, o decorazioni per la casa.

Le Sanuki kagari-temari presentano bellissimi motivi geometrici e sono create utilizzando un impasto chiamato Sanuki Sanpaku, composto da cotone, sale e zucchero, tipico della prefettura. Il filato viene tinto con tintura vegetale, la kusaki-zome, e i fili sono intrecciati uno ad uno.

Il negozio di Sanuki Kagari Temaki di Eiko Araki è un punto di riferimento di questi prodotti artigianali nella città di Takamatsu, organizzando anche workshop.

Sanuki kagari-temari Drop Down
Sanuki kagari-temari, pic author

Le Sanuki Chōchin sono antiche lanterne che hanno avuto origine intorno al decimo secolo, introdotte dalla Cina dal monaco buddhista Kōbō Daishi come offerte votive durante il pellegrinaggio tra gli 88 templi dello Shikoku.

Inizialmente di forma allungata, con il tempo queste lanterne hanno assunto un’ampia varietà di forme. Sono molto pregiate in quanto dipinte a mano con disegni e motivi colorati.

A Kagawa, queste lanterne sono realizzate da Masanobu Miyoshi, l’undicesimo proprietario del negozio Miyoshi Shoten, a Takamatsu. Egli crea anche le Kaomise Chochin, lanterne con stemmi di attori che vengono allestite al grande teatro Konpira durante l’annuale spettacolo teatrale kabuki Shikoku Konpira Kabuki Ōshibai. Nel suo negozio vengono svolti anche workshop per creare queste lanterne.

Sanuki-chōchin Drop Down
Sanuki Chōchin, pic author

La pietra Aji è un granito originario del distretto di Mure Aji, ad est di Takamatsu. Caratterizzata da una superficie finemente strutturata e dalla stessa durezza del quarzo che la rende resistente alle intemperie, viene anche denominata “diamante di granito”. Queste caratteristiche consentono intagli elaborati e lo scultore Isamu Noguchi, famoso in tutto il mondo, fu a lungo attratto da questa pietra.

Presente in diverse varianti di colorazione e qualità, grazie alla sua bellezza e robustezza è stata utilizzata come materiale lapideo di prima classe per tombe o lanterne tōrō in templi e giardini.

Oggi, nella città di Takamatsu, diversi negozi di oggettistica e souvenir come Town’s Schule 963 offrono articoli di artigianato realizzati con questa pietra.

Grazie all’AJI PROJECT, molti artigiani della pietra si sono specializzati nella difficile lavorazione di questa dura pietra per realizzare piccoli e bellissimi oggetti d’arredo. In diversi negozi è inoltre possibile fare workshop, come ad esempio il Nakayama Stone Studio.

Aji-seki Drop Down
Cancelleria Aji-seki, pic author

Oltre a quelli già presentati, a Takamastu è possibile imbattersi in molti altri prodotti tipici della prefettura, venduti sia in negozi specializzati che negli store di sovenir di artigianato tradizionale come IKUNAS:

  • Prodotti in lacca di Kagawa
  • Sanuki Okedaru, contenitori in legno di cipresso hinoki con coperchio di ciliegio o betulla
  • Takamatsu Yomeiri Ningyō, tradizionali bambole di argilla della città dipinte a mano
  • Ranma Chokoku, prodotti in legno intagliati e scolpiti a a mano
  • Takamatsu Wagasa, ombrelli tradizionali giapponesi
  • Koshiki Datami, piccoli tatami tradizionali di varie forme
  • Ceramiche Rihei-yaki
  • Botaori, tessuti tessili della città
  • Sanuki Shishigashira, teste di leone in legno

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Giorno 10 - Niihama

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Prodotti tipici e souvenir

Il fuguzaku è un piatto caratteristico e pregiato di Niihama solitamente disponibile da ottobre a marzo, e consiste nella combinazione di filetto e pelle di pesce palla, fegato di pesce lima, cipollotti tritati, dressing di salsa ponzu e momiji-oroshi, una salsa a base di daikon e spezie piccanti. Il sapore rinfrescante di questo piatto lo rende un ottimo antipasto che ben si sposa con il sakè.

Hamacho è il famoso ristorante considerato luogo di nascita del fuguzaku, ma in autunno ed inverno questo piatto compare sulle tavole di diversi ristoranti, in particolare quelli lungo l’area costiera e il porto. Inoltre, il fuguzaku è protagonista dell’Arai-no-Imodaki, un evento annuale di inizio autunno lungo la riva del fiume Kokuryō-gawa dove la gente si raduna la sera a mangiare piatti tipici all’aperto.

Fuguzaku Drop Down
Fuguzaku, pic author

Le patate bianche Schichifuku-imo, il cui nome significa “sette patate della fortuna”, sono un prodotto tradizionale dell’isola di Ōshima, di fronte la costa di Niihama.

Anche chiamata “patata fantasma” o “patata miracolosa” a causa della sua resa molto ridotta, presenta una buccia biancastra e un contenuto zuccherino pari a quello dei meloni.

In città diversi negozi vendono prodotti alimentari, quali dolci, snack, e bevande a base di questo ortaggio, come lo Shichifuku-imo Shōchū.

Shichifuku-imo Drop Down
Shichifuku-imo, pic author

Il vetro di Niihama è un prodotto molto apprezzato ed utilizzato soprattutto nella produzione di bicchieri.

I prodotti in vetro sono realizzati utilizzando una roccia, scisto di clorite, ricavata dalle miniere Besshi, oggi sito storico e turistico nelle vicinanze della città. Il ferro contenuto in questo minerale dona la tipica colorazione verde intenso al vetro.

I prodotti in vetro sono un souvenir molto diffuso nella Tenkū-no-Mori, area delle miniere di Besshi, mentre il museo di Akagane, principale museo della città, tiene occasionalmente seminari sulla creazione di accessori in vetro e sulla sabbiatura.

Niihama-garasu Drop Down
Niihama-garasu, pic author

Lo zanki di Niihama è un piatto a base di pollo disossato molto simile al karāge ma in veste ancora più croccante. In città diversi ristoranti offrono questa specialità.

Zanki Drop Down
Zanki, pic author

Grazie al mite clima marittimo, nella regione di Ehime sono diffuse le coltivazioni di agrumi.

Da esse si ricavano diversi prodotti tipici come la “Lemon Cake”, un dolce popolare di Niihama dal gusto molto rinfrescante realizzato con scorza di limone in un impasto morbido di uova e miele e ricoperto di cioccolato bianco al limone. A Niihama è presente uno shop ufficiale che vende questo dolce e altre delizie a base di agrumi locali.

Altrettanto famoso è il liquore a base di Maana Mikan della prefettura di Ehime.

Dolci con agrumi Drop Down
Mochi con agrumi, pic author

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Giorno 11 - Beppu

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Prodotti tipici e souvenir

Nell’area di Beppu sono diffusi due agrumi stagionali molto utilizzati anche nell’aromatizzazione di dolci e caramelle. Il frutto del kabosu (Citrus sphaerocarpa) è venduto presso l’Umi Jigoku da tardo agosto alla fine di ottobre, mentre il pomelo (Citrus maxima) viene venduto al Tatsumaki Jigoku dal tardo dicembre a fine marzo.

Il kabosu, simile allo yuzu, è molto apprezzato in cucina per insaporire sashimi e pesce alla griglia. Il suo succo di kabosu viene utilizzato in un’ampia gamma di prodotti tra cui condimenti, snack, wagashi e bevande alcoliche.

Il pomelo è un attrattiva anche all’interno delle sorgenti termali “zabon”: si tratta di un’usanza della città secondo cui quando arriva l’inverno, i pomelo vengono messi a galla in alcune sorgenti termali per goderne del profumo. Si dice che in passato numerose sorgenti termali  avessero al loro interno dei pomeli, ma poiché sono divenuti una specialità, la gente ha iniziato a mangiarli provocando un galleggiamento eccessivo di bucce che ha portato alla loro eliminazione.

Pomelo Drop Down
Pomelo, pic author

Il dango-jiru, letteralmente “zuppa di gnocchi”, è un piatto tipico della prefettura di Ōita nel quale la pasta è ottenuta impastando farina di frumento e stendendola in larghe strisce che ricordano vagamente il kishimen udon. Questa viene poi servita in zuppa a base di verdure e pollo.

Un tempo veniva consumata abitualmente come sostituto del riso quando questo scarseggiava e, dal momento che la prefettura di Ōita presenta un territorio poco adatto alla coltivazione del riso, la coltivazione di cereali come il grano è stata popolare per secoli e ha portato allo sviluppo di piatti come questo.

Tra i ristoranti dove è possibile provare questo piatto regionale vi è Bungo Chaya in stazione o il ristorante Cafeteria Umi presente nell’Umi Jigoku, il quale ne propone anche una versione piccante.

Dango-jiru Drop Down
Dango-jiru, pic author

Beppu offre moltissimi prodotti per la cosmesi a base di fanghi e acque termali. Spesso gli stessi Jigoku hanno piccoli negozi interni specializzati nella vendita di tali prodotti.

Presso l’Umi Jigoku è invece presente il negozio di souvenir che vende il sale da bagno Enman-no-Yu ottenuto dalle sorgenti termali  dall’inferno marino.

Uno shop che offre un’ampia varietà di fanghi e prodotti termali per la cura della pelle e non solo si trova all’interno del Tatsumaki Jigoku.

Presso il Chinoike Jigoku è venduto l’unguento Chinoike, una crema per il trattamento della pelle il cui uso risale al periodo della seconda guerra mondiale. Sempre qui è venduta anche l’acqua termale Chinoike, ricca di minerali.

Prodotti termali Drop Down
Prodotti termali dell’Umi Jigoku, pic author

Come molti piatti giapponesi, il Beppu reimen non è originario del Giappone ma piuttosto dei paesi continentali, in particolare dalla Manciuria. La ricetta originale fu modificata secondo il gusto giapponese e oggi il sapore è del tutto caratteristico. Il noodle è servito freddo all’interno di un brodo di carne con miso, kimchi e altre verdure.

Il noodle è a base di farina di grano saraceno ma, a differenza della soba, è più gommosa e ha lo stesso spessore dei noodle classici. Il brodo è freddo e limpido, perfetto l’estate, mentre in inverno sono serviti anche reimen caldi chiamati onmen.

Ogni ristorante serve la sua versione di reimen a Beppu, il che rende ognuno di loro è una sorpresa per il palato!

Beppu reimen Drop Down
Beppu reimen, pic author

La cucina Jigoku-mushi è uno stile di cucina che utilizza il vapore delle sorgenti termali naturali per cucinare il cibo, una delle usanze più famose della città termale per eccellenza.

A Beppu esistono diverse postazioni dove è possibile assaggiare prodotti cotti con questo metodo, in particolare le uova. Alcune di queste si trovano lungo le vie della città o presso alcuni degli inferni.

All’Oniishibōzu Jigoku è presente un negozio dove è possibile mangiare deliziosi ravioli Xiaolongbao, uova, budini ed okowa, ovvero riso cotto con funghi e verdure varie.

Presso l’area shopping del Kamado Jigoku sono vendute principalmente uova, budini e pannocchie, ma anche specialità come il Matcha Ishigaki-manjū.

Se si vuole invece fare esperienza diretta di questa cottura, è celebre in città il ristorante Jigoku-mushi Kōbō Kannawa dove i clienti possono cucinarsi da sé carne, pesce e verdure utilizzando tale tecnica. Il locale è così popolare che nei fine settimana e nei giorni festivi il tempo di attesa può arrivare fino a due o tre ore, ma è possibile nel mentre godersi i pediluvi gratuiti o passeggiare per le onsen nelle vicinanze.

Chinetsu Kankō Rabo Enma offre un’altrettanto incredibile esperienza di cucina termale fai-da-te, mentre il centro geotermale al quale il ristorante è annesso offre diverse attività, anche correlate alla realizzazione di artigianato.

Jigoku-mushi Drop Down
Jigoku-mushi, pic author

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Giorno 12 - Beppu & Fukuoka

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Prodotti tipici e souvenir

L’Hakata rāmen ha avuto origine nell’antica città di Hakata e si differenzia dai brodi a base di sale o salsa di soia per via del corposo brodo di maiale, il tonkotsu. Per ottenere questo brodo, il maiale viene fatto bollire, insieme agli altri ingredienti, per un tempo compreso tra le 6 e le 18 ore a seconda del ristorante, facendo in modo che la carne e le ossa rilascino l’umami.

Per quanto riguarda i condimenti di accompagnamento, i più comuni sono le fette di maiale chāshū, le cipolle verdi, le uova e i funghi kikurage.

È uno degli stili di rāmen più famosi in Giappone, e recentemente è diventato popolare anche in occidente grazie alla diffusione di catene come Ippūdō e Ichiran, con punti vendita in America, Francia, Inghilterra e molti altri paesi.

Il posto migliore per gustare l’Hakata rāmen a Fukuoka è presso gli yatai simbolo della città, in particolare quelli lungo il fiume Naka-gawa dall’atmosfera davvero suggestiva, mentre al Rāmen stadium di Canal City si possono assaggiare molte diverse varianti del brodo tonkotsu in un unico luogo.

Hakata rāmen Drop Down
Hakata rāmen, pic author

Il mentaiko tamagoyaki è un piatto popolare a Fukuoka, spesso servito presso gli yatai. La soffice frittata cucinata in stile giapponese, la tamagoyaki, viene arrotolata intorno ad un ripieno di mentaiko, le uova di pollack d’Alaska marinate speziate alla coreana.

Il mentaiko, a volte anche chiamato karashi mentaiko, è la versione piccante del normale tarako ed è una ricetta originaria di Hakata, divenuta poi comune in tutto il paese. Si può infatti trovare, in tutto il Giappone, come ripieno per onigiri e condimento in tantissimi altri piatti.

Mentaiko tamagoyaki Drop Down
Mentaiko tamagoyaki, pic author

Gli yatai di Fukuoka sono piccoli ristoranti mobili aperti dalle 18:00 alle 02:00 di notte (ad eccezione dei giorni di mal tempo) e permettono di gustare dell’ottimo cibo da strada nella tipica atmosfera che sanno regalare ai loro clienti: pochi posti a sedere e il clima familiare di una cena al bancone in cui non è raro ritrovarsi a brindare con i giapponesi presenti.

Uno dei tipici cibi degli yatai sono gli spiedini di pollo alla griglia (yakitori), sebbene sotto questo nome vengano spesso compresi anche gli spiedini di maiale, quelli vegetali e quelli ai frutti di mare. Altri cibi da strada sono anche gli yaki-gyōza e l’oden, la pentola di brodo in cui sono presenti uova sode, tofu fritto e daikon.

A Fukuoka gli yatai si trovano principalmente in tre aree quali quella moderna di Tenjin, quella di Nagahama celebre per il suo “Nagahama rāmen” dagli spaghetti ultra sottili, e quella di Nakasu, la più caratteristica ed amata dai turisti con i suoi circa 20 yatai posizionati lungo la riva del fiume Naka-gawa.

In totale vi sono circa 100 yatai in cui poter godere dei loro deliziosi cibi da strada: c’è davvero l’imbarazzo della scelta!

Nakasu yatai Drop Down
Yatai lungo il fiume Naka-gawa, pic author

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Giorno 13 - Fukuoka

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Prodotti tipici e souvenir

Il mizutaki è una variante di nabemono tipica di Hakata con più di 100 anni di storia. Il nome deriva da mizu, acqua, e taki, sobbollire. Come suggerisce il nome, è un piatto caldo in cui ingredienti come pollo, funghi e verdure, vengono cotti in acqua o in brodo dashi.

Tipicamente cucinato al tavolo su appositi fornelli a gas, la carne si intinge in salsa ponzu o nella pasta yuzu koshō prima di essere assaporata. Solo alla fine, consumata tutta la carne, si aggiungono le tagliatelle precedentemente cotte alla zuppa calda.

In città, Hakata Hanamidori è un ristorante specializzato nel mizutaki che utilizza prodotti di prima scelta. Questo particolare nabemono è tutt’oggi considerato il piatto tradizionale dell’Hakata Gion Yamakasa Matsuri.

Hakata-mizutaki Drop Down
Mizutaki, pic author

Le Hakata-ningyō sono tradizionali bambole di terracotta dai colori vivaci e dettagli eleganti, originarie della città di Fukuoka e rinomate in tutto il Giappone come eccezionali esempi di bellezza estetica giapponese. La storia di queste bambole risale a circa 800 anni fa, quando gli abitanti di Hakata avevano già l’usanza di adorare bambole di ceramica non smaltata.

Esempi di Hakata-ningyō furono mostrati con grande successo all'”Exposition Universelle de Paris” del 1890, e dopo tale evento la domanda di queste bambole aumentò incredibilmente in tutto il mondo. Oggi, questa illustre tradizione continua a prosperare attraverso le opere dei quasi 100 produttori di Hakata-ningyō .

Queste bambole, che riproducono soggetti vari  come donne in kimono, lottatori di sumo, attori kabuki e nō, bambini, animali e festival stagionali, vengono anche celebrate durante una festività loro dedicata, l’Hakata Gion Yamakasa Matsuri, durante la quale i caratteristici carri allegorici vengono decorati con queste bambole.

In città, oltre che nei negozi di souvenir di artigianato tradizionale, è possibile acquistarle in store dedicati, come l’Hakata-ningyō Shōgetsu-dō, uno dei più grandi negozi Hakata-ningyō che offre anche workshop per la pittura della propria bambola.

Hakata-ningyō Drop Down
Hakata-ningyō, pic author

I magemono, ossia i prodotti di artigianato locale realizzati in legno hinoki, erano originariamente prodotti esclusivamente per essere utilizzati come strumenti nei riti sacri dell’Hakozaki Hachiman-gū, uno dei tre principali santuari Hachiman-gū del Giappone. Successivamente hanno avuto uso sempre più ampio, portando alla realizzazione di oggetti per la cerimonia del tè come per l’uso quotidiano, quali contenitori per il riso e scatole per il pranzo.

Nella realizzazione di questi oggetti, le doghe di legno hinoki vengono messe a bagno in acqua per diventare più duttili. Una volta che le tavole sono abbastanza morbide, vengono piegate con un macchinario e poi assemblate cucendone l’incastro con l’elegante corteccia di betulla o del ciliegio giapponese.

Questi souvenir sono davvero apprezzati, e spesso si trovano anche versioni finemente dipinte e decorate. Presso il negozio storico Hakata Magemono e quello di Shibata Toku Shōten è possibile trovare oggetti di ogni tipo, con decorazioni davvero meravigliose!

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Hakata-magemono, pic author

L’Hakata-ori è un tessuto spesso, resistente e a trama fitta dalle origini antiche e tutt’oggi utilizzato per la produzione di obi per kimono e yukata, ma anche accessori come borse, cravatte, scarpe portachiavi, porta libri, ventagli ecc.

I tessuti sono prodotti utilizzando fili di seta, fibra metallica e spago di seta giapponese insieme a lamine d’oro, lamine d’argento e foglie laccate. Il motivo tipico delle stoffe si chiama kenjō-gara e si ritrova nell’arte delle piastrelle presso la stazione JR Hakata e in altri luoghi della città.

Esistono due varietà di Hakata-ori: il kenjō, che prevede l’utilizzo di stoffe di soli cinque colori ed è caratterizzato dal tradizionale motivo geometrico kenjō-gara legato al buddhismo, e il mon-ori, contenente disegni multicolori.

Il processo di produzione di queste stoffe è complesso e suddiviso in cinque fasi, ognuna delle quali svolta da differenti artigiani specializzati. Sebbene gli artigiani siano affiancati da sistemi meccanizzati, gran parte del lavoro viene comunque svolto dai tradizionali macchinari di tessitura manuali.

Negozi come l’Hakata Japan vendono accessori e abbigliamento Hakata-ori, mentre alcuni centri di artigianato della città come l’importante museo Hakata Machiya espongono e vendono al pubblico prodotti tradizionali, oltre a mostrarne i processi di realizzazione con i macchinari originali.

Hakata-ori Drop Down
Kimono in Hakata-ori, pic author

Gli yaki-gyōza sono una variante di cottura tipica di Fukuoka dei gyōza, versione giapponese dei ravioli cinesi jiaozi. Si differenziano da questi ultimi principalmente per il sapore ricco di aglio e la pasta del raviolo più sottile. Sono spesso farciti di carne macinata, verza, erba cipollina e aglio e si accompagnano alla salsa di soia e al wasabi.

A Fukuoka sono divenuti una specialità grazie alla cottura alla piastra. Con tale cottura i ravioli sono prima resi croccanti sul lato piatto, e successivamente, tramite l’uso di un coperchio, finiti di cuocere a vapore. In città sono definiti tetsunabe-gyōza in quanto vengono serviti su piastre di ferro bollenti, i tetsunabe.

I gyōza in questo stile si possono trovare nei negozi specializzati in giro per la città, specialmente intorno alla stazione JR Hakata, ma anche presso gli izakaya, gli yatai, come Hide Chan, o rāmen bar come Kurume Honda-shōten, all’interno del Rāmen Stadium.

Tetsunabe-gyōza Drop Down
Tetsunabe-gyōza, pic author

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Giorno 14 - Kyōto

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Prodotti tipici e souvenir

Kyōto è famosa per mantenere viva la storia giapponese, e non c’è nulla di più tradizionale della cerimonia del tè, in cui viene servito del tè maccha accompagnato da piccoli e artistici dolcetti chiamati wagashi.

In Kyōto questi dolcetti sono un vero e proprio culto, tanto da chiamarsi Kyō-gashi. Le pasticcerie gareggiano nel creare i più raffinati e dettagliati dolci per intrattenere anche visivamente i propri clienti.

Alcune di queste pasticcerie offrono la possibilità di partecipare alla preparazione di questi dolci tramite apposite esperienze, come ad esempio Kanshundō.

Kyo-gashi Drop Down
Kyō-gashi, pic author

La regione di Uji, a sud di Kyōto, è una delle maggiori produttrici di tè verde della prefettura, rifornendo l’antica capitale di tè dall’eccelsa qualità chiamato Uji-cha. I più famosi tipi di Uji-cha sono il maccha in polvere, usato per la cerimonia del tè, il gyokuro, ovvero il primo raccolto dell’anno con foglie cresciute all’ombra anziché sotto il sole pieno, ed il sencha, il tè verde classico.

Nella città di Kyōto i negozi di tè si trovano un po’ ovunque. Oltre che nel quartiere antico di Kiyomizu, l’area dello shopping tra il mercato Nishiki-ichiba e la via Shijō-dōri conta numerosissimi negozi che vendono il tè Uji-cha, oltre ad accessori quali contenitori, teiere ecc. Tra questi Harada ha un vasto assortimento di tazze e teiere di tutte le manifatture e materiali.

L’area di Wazuka ha diverse coltivazioni tra cui Obubu, una comunità che promuove questo prodotto locale vendendolo online ed offrendo esperienze di raccolta e tour tra i propri campi.

Ujicha Drop Down
Campi di Uji-cha, pic author

Il chazutsu è un contenitore in metallo, solitamente di forma cilindrica, utilizzato per conservare le foglie del tè. È uno strumento essenziale e di uso quotidiano nelle case giapponesi in quanto la qualità, l’aroma e il sapore del tè tendono a deteriorasi a causa di luce solare, umidità e ossigeno.

Con il tempo, alla funzione di conservazione del tè si è affiancato l’aspetto estetico trasformando questi contenitori in veri e propri oggetti d’arredamento. Mentre l’interno rimanga in metallo, l’esterno può essere rivestito di diversi materiali: dall’elegante legno, spesso finemente decorato con foglie d’oro o dipinto a mano, alla carta washi o stoffa, due materiali che, grazie alle infinite fantasie e colori disponibili, hanno permesso la diffusione di questo prodotto come accessorio o semplice souvenir.

Kyōto offre una miriade di negozi che vendono questi contenitori, molti dei quali vendono anche il tè. Sulla via Shijō-dōri ce ne sono moltissimi, tra questi il bellissimo negozio ALBA ne offre di tantissimi tipi differenti.

Chazutsu Drop Down
Chazutsu, pic author

Tsukemono, letteralmente “cose in salamoia”, sono verdure conservate sotto sale o sotto aceto, oppure fermentate utilizzando crusca di riso, del miso o salsa di soia. Vengono solitamente servite come spuntino, ai pasti come accompagnamento alle portate principali o anche nelle varie mini-portate della cucina kaiseki.

Questi prodotti sono tipici dell’alimentazione buddhista vegetariana, la shōjin-ryōri, e sono ricchi di proprietà che favoriscono il sistema immunitario.

Questi cibi sono ormai parte della cucina del paese e vengono offerti anche nella tradizionale colazione giapponese. Le verdure più comuni da trovare come tsukemono sono il daikon, il cetriolo, la melanzana, la carota, il cavolo, lo zenzero, la cipolla e le prugne umeboshi

A Kyōto sono tipici i sottaceto viola come lo shibazuke, un sottaceto a base di cetriolo o melanzana e il senmaizuke, sottili fette di rapa croccante.

Da menzionare anche le saikyōzuke, fette di merluzzo conservate e marinate in pasta di miso che, al momento di mangiarle, vengono grigliate e servite calde. Il pesce conservato in questo modo assume un sapore dolce e caramellato grazie al miso.

Camminando per il mercato Nishiki-ichiba, molte botteghe propongono queste specialità da consumare fresche o da regalare come souvenir confezionato.

Tsukemono Drop Down
Tsukemono, pic author

Il saba-zushi consiste in monoporzioni di riso ricoperto da sgombro marinato e avvolto in fogli di alga konbu sottaceto, il tutto pressato in appositi stampi. Lo sgombro viene sfilettato e i filetti vengono poi marinati in aceto di riso e zucchero per breve tempo. Successivamente la pelle esterna viene accuratamente rimossa mantenendo il sottile strato interno.

La nascita di questa specialità è legata alla lontananza di Kyōto dal mare, in quanto la conservazione di molti pesci, come lo sgombro, veniva affidata a metodi come sale e aceto durante il viaggio verso la città. Col passare dei secoli, questo piatto estremamente nutriente si è conservato fino al giorno d’oggi divenendo il tipo di sushi più famoso in città.

A Kyōto tutti i ristoranti di sushi servono questa specialità, e alcuni locali storici come Izuu sono specializzati in diverse varianti del piatto, anche a portar via. Più a nord invece, vale la pena fare un salto da Hanaore Honten, negozio che vende sgombro e altri pesci marinati sottovuoto.

Saba-zushi Drop Down
Saba-zushi, pic author

I Furoshiki sono dei panni di stoffa quadrata utilizzati dai giapponesi per immagazzinare o trasportare oggetti. Se in passato venivano utilizzati per avvolgere le scatole dei bentō, il tipico pranzo al sacco giapponese, oggi hanno largo uso come vere e proprie sacche e borse da passaggio, oltre che come incarto per regali.

I primi tessuti furoshiki furono gli tsutsumi, letteralmente “involucro”, utilizzati a protezione degli oggetti da portare ai templi. Poi, con l’aumento dei bagni pubblici, questi panni divennero noti come furoshiki (da furo=bagno e shiki=spiegare), in quanto facilitavano il trasporto e il cambio dei vestiti nei bagni scongiurando il mescolamento con quelli altrui.

Oggi, grazie alla sostenibilità della stoffa rispetto alle buste in plastica, questi accessori sono tornati di moda anche come veri e propri elementi di abbigliamento, grazie anche alle bellissime fantasie che le impreziosiscono.

A Kyōto, dove la tradizione delle stoffe è molto sentita, è possibile trovare furoshiki classici dipinti a mano o in versione borse per tutti i gusti. Lungo la via dello shopping Sanjō-dōri vi è Kyōto Musubi, un grande negozio specializzato in furoshiki di ogni tipo e fantasia. Se invece si preferiscono le piccole botteghe artigianali, allora Gotō saburō shōten fà per voi!

Furoshiki Drop Down
Furoshiki, pic author

Oltre ai fazzoletti utilizzati come abbigliamento intorno al collo o alla borsa, sono molto diffusi i tenugui, lunghe stoffe di sottile cotone stampate o dipinte a mano. Un tempo usate come asciugamani, oggi sono diventate elementi di arredo veri e propri da incorniciare come quadri, con soggetti che variano da pattern stilizzati a scene tradizionali, ma anche incantevoli disegni legati alle stagioni e alla natura.

Nella catena di negozi di Eirakuya, che ha diversi punti vendita in tutta la città, troverete un’infinità di queste magnifiche stoffe, un souvenir leggero che non occuperà molto spazio nella valigia.

Tenugui Drop Down
Negozio di tenugui, pic author

Ogni fine settimana e in date fisse del mese, centinaia di stand vengono allestiti presso templi e santuari nella natura dove piccoli artigiani locali vendono i loro prodotti fatti a mano.

Stand di portafogli, borsette, accessori per l’abbigliamento o per la casa realizzati con stoffe giapponesi, ma anche bancarelle che espongono creazioni ed oggettistica nei più svariati materiali, sono affiancate da quelle di cibo preparato dai cittadini del posto, dolcetti artigianali fatti con cura, tè e altri prodotti provenienti da attività locali.

Se si visita Kyōto, è consigliato trascorrere anche solo una mezz’ora all’interno di uno di questi mercatini che vendono souvenir fuori dall’ordinario e davvero unici nel loro genere. Onigiro ha raccolto i più famosi mercatini all’interno della sua guida ai mercatini mensili di Kyōto.

Mercato Kamigamo Drop Down
Mercatino al santuario Kamigamo-jinja, pic author

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