Un anno di Giappone

Autunno 秋

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Capitoli 1 〜 7

Giorno 1 - Shirakawa-gō

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Prodotti tipici e souvenir

Presso i negozi di souvenir del villaggio, tra i prodotti tipici raccomandati vi sono sicuramente i box di soba, completi di condimenti e salse di accompagnamento a base di soia. Sono famosi quelli della marca Ota-san-chi preparati con il grano saraceno locale.

Alcuni di questi negozi hanno anche piccoli angoli di ristorazione, come Oishinbo dove è possibile mangiare piatti locali e snack preparati al momento. Altri, come Soba Wakimoto, sono ristoranti veri e propri che propongono la soba di Shirakawa-gō in molte varianti servita assieme agli ingredienti di stagione.

Molti negozi come Kataribe, negozio di souvenir annesso alla guest-house in stile gasshō Koemon, vendono dolciumi, biscotti e snack ispirati al villaggio, mentre da Tezuka Neo è possibile acquistare noren dipinti a mano a tema Shirakawa-gō, elementi d’arredo molto belli per separare gli ambienti in casa.

Altri souvenir locali sono i prodotti artigianali in paglia intrecciata, ricavata dalle graminacee utilizzate anche per la costruzione dei tetti, ed i sottaceto di ortaggi locali, tra cui il beni kabu-zuke, sottaceto di rape rosse di Hida conservate per essere mangiate durante il rigido inverno.

Noren Drop Down
Negozio di noren, pic author

Il sakè Doburoku è un tipo di sakè artigianale non filtrato dal sapore dolce e un tasso di alcol minore. Rientra nella categoria dei nigori-zake, o sakè nuvolosi, ossia tutti quei sakè bianchi e torbidi nei quali il mosto viene filtrato attraverso stoffe e setacci molto porosi, consentendo a residui di riso di rimanere nella bevanda.

Questo sakè è soggetto al divieto di produzione sin dal periodo Meiji, in quanto il processo di distillazione non rispetta gli standard di produzione di alcolici introdotti in tale epoca. Tuttavia, durante determinati periodi dell’anno viene concessa la licenza di produrlo e consumarlo, come ad esempio durante il Doburoku Matsuri.

Negozi come Memenko, situato vicino alla casa gasshō Wada, sono famosi per la vendita di prodotti a base di questo sakè, come la Doburoku yōkan, gelatina di fagioli al sakè Doburoku.

Molti dei negozi di souvenir alimentari del villaggio vendono le bottiglie da collezione del Doburoku sakè prodotto durante il festival, mentre in negozi specializzati come Kodō Shōten è possibile assaggiare diversi altri sakè locali.

Doburoku Drop Down
Sakè Doburoku, pic author

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Giorno 2 - Takayama

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Prodotti tipici e souvenir

Takayama è un’area ottimale per la produzione di sakè in quanto localizzata tra alte montagne le cui fresche temperature favoriscono la fermentazione del riso, fermentazione che avviene tra i mesi di gennaio e febbraio.

Le sei antiche distillerie della città sono situate nel quartiere Sanmachi-suji, nella città vecchia a sud della via Yasukawa-dōri. In queste distillerie è possibile assaggiare vari tipi di per pochi euro, mentre tra giugno e luglio si tiene il Nonbei Matsuri, un festival con premi a seconda del numero di timbri ottenuti nelle varie distillerie.

Sakè Drop Down
Antica distilleria, pic author

L’hōba-miso è un piatto delizioso composto da ingredienti regionali: la foglia di magnolia giapponese hōba, raccolta in autunno ed essiccata, la wagyū di Hida, porri, funghi, cipolle e germogli di soia, il tutto ricoperto con pasta di miso salata. Il piatto viene servito crudo e cotto lentamente sul braciere shichirin al tavolo.

Questo metodo di cottura nacque come modo per scongelare i sottaceti che erano congelati nel profondo dell’inverno. Le grandi foglie della magnolia obovata hanno proprietà antibatteriche e nella regione di Hida vengono utilizzate per avvolgere porzioni di sushi o i mochi. Quando secche, le foglie vengono utilizzate per servire l’hōba-miso.

Nella prefettura di Gifu vi sono diversi ristoranti specializzati nell’hōba-miso, uno dei più quotati è sicuramente Suzuya a Takayama. Altri ristoranti servono invece la wagyū di Hida cotta in altri modi, tra cui Takumiya Yasukawa dove è possibile cuocere la carne direttamente sui barbecue al tavolo.

Hōba-miso Drop Down
Hōba-miso, pic author

L’artigianato di legno laccato è tipico della regione di Hida e a Takayama, soprattutto nei quartieri di Sanmachi-suji e quelli a nord della via Yasukawa-dōri, vi sono diverse botteghe che vendono prodotti pregiati di questo tipo.

Il nome si dice derivi dal fatto che gli articoli prodotti inizialmente avevano una colorazione simile ai contenitori da tè Hishunkei. Nei periodi Meiji (1868-1912) e Taishō (1912-1926), l’industria della lacca fu promossa principalmente dai grossisti, che esponevano le loro merci alle fiere mondiali estere, rendendo famosa la lacca Hida-shunkei.

Dopo un declino durante la seconda guerra mondiale, a causa della difficoltà di approvvigionamento della lacca, durante il periodo di crescita economica del dopoguerra questo mestiere fu ampiamente ripreso e negli ultimi anni è aumentata la domanda di oggetti laccati come souvenir per i turisti.

La lacca trasparente esalta le venature del legno, solitamente di cipresso hinoki, cipresso sawara e ippocastano giapponese. Il legno, asciugato naturalmente, va poi incontro a diverse fasi di lavorazione fino all’applicazione di molteplici strati di lacca grezza e dell’olio di egoma e alla sovra verniciatura fatta secondo la tecnica del singolo artigiano.

L’impressionante colore della lacca Hida-shunkei è un segreto custodito da questi artigiani, ognuno con la propria formula per la composizione della lacca. Pertanto, la tonalità del colore varia in modo sottile a seconda del maestro di laccatura.

Hida-shunkei Drop Down
Hida-shunkei, pic author

A Takayama si sono sviluppati vari stili di ceramiche e oggi diverse fornaci (riconoscibili dagli alti comignoli) si trovano nei pressi della città.

Un’ampia varietà di queste ceramiche si trova nei diversi negozi del quartiere di Sanmachi-suji, o presso il grande negozio di artigianato Takumi-kan che vende molti prodotti diversi tipici della regione di Hida.

Yakimono Drop Down
Yakimono, pic author

Le targhette kami-ema sono amuleti i buon auspicio composti da cavalli dipinti a mano su carta washi, versione particolare dei classici ema dipinti su placche di legno che si trovano in molti santuari e templi giapponesi.

In antichità, i contadini della regione si recavano presso il tempio Matsukura Kannon-dō per acquistare questi amuleti, al fine di proteggere il bestiame dalle malattie o come auspicio di buon raccolto dei bachi da seta.

Ogni anno, il 9 e 10 agosto si svolge il mercato dei kami-ema presso il tempio Matsukura Kannon-dō, sud ovest di Takayama, oppure presso il santuario Yamazakura-jinja o il tempio Sogen-ji nella città di Takayama.

Oggi queste kami-ema vengono acquistate come auspicio di felicità e salute per la propria famiglia, oltre ad essere divenute un souvenir popolare acquistabile tutto l’anno presso negozi specializzati come Ikemotoya.

Kami-ema Drop Down
Kami-ema, pic author

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Giorno 3 - Takayama

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Prodotti tipici e souvenir

Le ichii ittō-bori sono sculture in legno di ichii. Questo stile di intaglio del legno si sviluppò nel periodo Edo e viene realizzato con il legno di ichii, ossia il tasso giapponese, un albero molto comune nel territorio della regione di Hida.

Gli oggetti così realizzati vengono intagliati solo con scalpelli e non colorati, in modo da far risaltare la naturale bellezza delle venature del legno. Il legno ha un durame dai toni rossi al centro e un alburno dai toni bianchi sugli anelli esterni. Questa colorazione conferisce ai pezzi di intaglio del legno la loro individualità.

Un tempo queste sculture in miniatura erano utilizzate come netsuke, ossia piccoli oggetti che fungevano da bottoni a cui appendere sacche o porta tabacco alla cintura del kimono, mentre oggi sono degli elementi di arredamento dalla bellezza unica.

Per le strade di Takayama ci sono diversi negozi di artigianato che le vendono, in particolare lungo le strade Yasukawa-dōri ed Ōmachi-dōri o al tempio Kokubun-ji, come ad esempio la bottega storica di Suzuki Chōkoku.

Ichii Ittō-bori Drop Down
Scultura in legno ichii, pic author

Il termine shichirin si riferisce ai piccoli bracieri facili da spostare e generalmente alimentati a carbone. Nei ristoranti di Takayama è usata una versione tradizionale in farina fossile, la Keisōdo, principalmente per cucinare l’hōba-miso al tavolo.

I negozi che vendono il miso ed altri ingredienti ed accessori per la cucina trattano spesso questo articolo, come Haruji Shibata Shōten.

Shichirin Drop Down
Cottura su shichirin, pic author

Divenute mascotte della città di Takayama, le bambole Sarubobo sono ormai un diffuso souvenir tra i turisti. Il nome significa “cucciolo di scimmia” e nacquero come portafortuna realizzato dalle nonne per la nascita dei bambini o per allontanare il male.

Oltre al tradizionale rosso, si possono trovare in vari colori, a seconda del tipo di fortuna desiderata. A Takayama si trovano un po’ ovunque e vengono organizzati veri e propri workshop per crearle.

Sarubobo Drop Down
Bambola sarubobo, pic author

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Giorno 4 - Kanazawa

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Prodotti tipici e souvenir

Le kinpaku sono foglie d’oro finissime, 1/10000 mm di spessore, utilizzate come decorazioni per oggetti, per abbellire piatti e dolci e persino nei prodotti per la cura personale.

Il nome della città di Kanazawa, secondo un’antica leggenda, deriva  dall’espressione “palude d’oro” e detiene da sempre l’esclusiva nella produzione di kinpaku in Giappone, tanto che in città è presente il Museo Yasue, completamente dedicato alla foglia d’oro di Kanazawa!

Le foglie d’oro sono ampiamente utilizzate sul sushi, a rivestire gelatine e caramelle, sui gelati e sulle torte, tanto che determinati negozi di dolci hanno reso famosi i propri prodotti come souvenir tipici della città. Un esempio è la Kanazawa kasutera del negozio di dolci Mameya.

Tuttavia in giro per la città non mancano anche i negozi e le profumerie che vendono maschere per la pelle e lozioni a base di foglia d’oro. Negozi come Imai Kinpaku sono specializzati in oggetti in legno decorati con la foglia d’oro e organizzano workshop per produrre il proprio souvenir.

Nel quartiere antico di Higashi-chayagai vi sono case da tè e locali a tema kinpaku. Un esempio è il bellissimo locale di Hakuichi che, oltre a vendere eleganti accessori e prodotti in foglia d’oro, offre gelati e tè “dorati” nel suo suggestivo ambiente e la possibilità di visitare un’intera stanza ricoperta d’oro con al centro un’altrettanto scintillante armatura samurai.

Sempre nel quartiere antico, consigliata è una visita alla casa da tè Kaikaro Tea House dal tatami in oro, o ai negozi Sakuda e Hakuza che, nei loro eleganti negozi, presentano interi ambienti rivestiti d’oro.

Kinpaku Drop Down
Kanazawa kasutera, pic author

L’hanton-raisu (“rice” giapponesizzato) è una variante dell’Omurice, uno dei piatti più apprezzati della cucina giapponese nel quale il riso viene saltato in padella con le verdure e sormontato da una omelette non completamente cotta. Nel caso dell’hanton-raisu, il piatto viene completato con del delizioso merluzzo fritto, salsa tartara e ketchup.

Grill Ōtsuka, nei pressi del giardino di Kanazawa, è un locale storico fondato nel 1957,  che prepara un hanton-raisu a basso prezzo seguendo la ricetta classica con aggiunta di gamberetti e una salsa tartara fatta in casa, molto cremosa e poco acida.

Molti ristoranti propongono varianti alternative di questo piatto, che possono essere caratterizzate dall’aggiunta di gamberoni fritti,  cotoletta di maiale o salse specifiche.

Hanton-raisu Drop Down
Hanton-raisu, pic author

Il kaisendon è un donburi, ossia una ciotola a base di riso, sormontato da fresco sashimi ed altri ingredienti. Il riso, a differenza di altri piatti come il chirashi-zushi, non è condito con aceto.

A Kanazawa, data anche la sua vicinanza al mare, questo piatto fresco è molto diffuso nella sua variante classica accompagnata da wasabi e salsa di soia, che può essere versata sul riso o lasciata a parte per intingere separatamente il pesce.

La maggior parte dei ristoranti in cui si può provare questo piatto sono intorno al mercato Ōmichō-ichiba, da cui si riforniscono del delizioso pesce pescato nell’area. All’interno del mercato stesso, alcune di queste pescherie preparano questo piatto a portar via, come Kaisendon Ichiba ad esempio.

Kaisendon Drop Down
Kaisendon, pic author

La Kanazawa-shikki è un tipo di laccatura tipica della prefettura di Ishikawa, di cui Kanazawa è la città principale. Queste lacche si diffusero per volere dei signori feudali del clan Kaga durante il periodo Edo, uno dei clan più ricchi dell’epoca.

La tecnica di laccatura, importata dalla Cina ed il cui uso era comune nell’abbellire le armature dei samurai, prende il nome di maki-e e consiste nel decorare la lacca con disegni realizzati spruzzando polvere di oro, argento o altri materiali sulla lacca fresca.

Ancora oggi vengono prodotti molti raffinati articoli per la casa, articoli per la cerimonia del tè e vasi per la composizione floreale con questa tecnica che contempla un ampio uso della foglia d’oro kinpaku al suo interno.

Questi pregiati prodotti possono essere acquistati presso appositi negozi specializzati nell’artigianato tipico della città, come il Kanazawa Craft Hirosaka, ed è molto facile da trovare nelle botteghe del quartiere antico di Kanazawa, il quartiere Higashi-chayagai.

È possibile ammirare i prodotti con questa tecnica di laccatura anche presso il Museo dei prodotti e dell’artigianato tradizionale.

Kanazawa-shikki Drop Down
Piatto in Kanazawa-shikki, pic author

Le mizuhiki sono stringhe decorative utilizzate per abbellire biglietti, cartoline e regali. Sono realizzate con la tradizionale carta giapponese washi tagliata in strisce lunghe e sottili e poi intrecciate tra loro come fili di un tessuto. L’intreccio viene poi indurito con un impasto di colla a base di alghe e argilla bianca sciolta in acqua.

A rendere davvero affascinanti le kaga-mizuhiki sono i tanti differenti colori di carta utilizzati assieme a foglie d’oro e d’argento. I colori della carta sono scelti a seconda del significato e del tipo di ricorrenza, come anche il tipo di nodo decorativo che caratterizza la decorazione.

I mizuhiki della regione di Kaga sono noti per i loro splendidi disegni di prugne, bambù e pini, o possono anche avere la forma di gru o tartarughe, animali di buon auspicio e lunga vita per la simbologia orientale, oppure rappresentare stemmi articolati.

Il Kanazawa Craft Hirosaka è uno degli store di souvenir della regione dove è possibile acquistare questi prodotti artigianali, mentre il negozio Tsuda Mizuhiki, nei pressi del quartiere storico dei ninja di Nishi-chayagai, è specializzato in questo tipo di decorazioni e ne vende le diverse tipologie, alcune delle quali vere e proprie opere d’arte.

Kaga-mizuhiki Drop Down
Pesci rossi di kaga-mizuhiki, pic author

Le Ōmichō-korokke sono celebri crocchette giapponesi di patate, solitamente panate con panko e farcite con i più disparati ingredienti. Ormai diffuse ovunque e tipicamente servite alle bancarelle dei festival, sono uno dei cibi da provare assolutamente passando per il mercato Ōmichō-ichiba di Kanazawa.

Il negozio di korokke è facilmente riconoscibile grazie alle simpatica insegna a forma di crocchetta rotonda e sorridente, vicino all’ingresso ovest del mercato. Fate attenzione al gusto mentaiko mi raccomando…

Ōmichō-korokke Drop Down
Bancone di ōmichō-korokke, pic author

Le kutani-yaki sono ceramiche dai colori molto vivaci tipiche della prefettura di Ishikawa, riconosciute come uno degli stili di porcellana più popolari nel paese. Realizzate nella città di Kaga e dintorni, a sud di Kanazawa, sono ottenute attraverso un metodo tradizionale di pittura e smaltatura noto come uwaetsuke.

I sorprendenti e accesi pigmenti della porcellana in stile kutani, che le distinguono dalle altre ceramiche giapponesi, sono il risultato del metodo di smaltatura attraverso il quale gli artigiani applicano i loro bellissimi disegni. Questa lavorazione prevede l’applicazione dei colori dopo una prima cottura nei forni. Le ceramiche vengono poi reinserite nei forni per imprimere e proteggere il disegno nel passaggio finale.

Per le colorazioni si utilizzano cinque colori tradizionali, i gosai-de, ovvero rosso, giallo, verde, viola e blu profondi, che danno origine a disegni audaci e pittoreschi.

In base a quali di questi 5 colori vengono utilizzati, le varie ceramiche si dividono in aote, che non usa il rosso, iroe, che li usa tutti e cinque, ed akae, che utilizza esclusivamente il rosso.

Sono diversi i negozi di artigianato che vendono queste ceramiche, come l’Ishikawa Local Products Center o il limitrofo Kutani Tomoe, entrambi a ridosso del giardino di Kanazawa.

Kutani-yaki Drop Down
Piatti in stile kutani-yaki, pic author

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Giorno 5 - Nagoya

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Prodotti tipici e souvenir

Il miso-nikomi udon è una ricca zuppa di verdure, udon, pollo, uova, torta di pesce (kamaboko), funghi shiitake, cipolle lunghe verdi (negi) e tōfu fritto (aburāge) in un brodo a base di miso. Spesso è servita nel donabe, una tradizionale pentola di terracotta giapponese, al fine di continuarne la cottura o mantenerne il calore a tavola.

Il piatto può essere mangiato in quasi tutti i ristoranti di udon nella prefettura di Aichi. Consigliati, oltre al famoso locale Yamamotoya Ōkute, che prepara i suoi deliziosi udon a mano, vi sono Nikomi-no-Takara e Makotoya, entrambi locali storici con il proprio stile di questa pietanza.

Infine, gli udon confezionati per uso domestico hanno una storia di oltre mezzo secolo e sono molto popolari come souvenir.

Miso-nikomi udon Drop Down
Miso-nikomi udon, pic author

Il misokatsu è una versione particolare del delizioso tonkatsu giapponese, ossia la cotoletta di maiale panata nel panko e fritta, diffusa dalla storica catena di ristoranti Yabaton di Nagoya a partire dalla fine degli anni ’40.

In questa ricetta le cotolette sono accompagnate, invece che dalla solita salsa dolce e piccante del tonkatsu tradizionale, da una salsa a base di hatchō miso, una pasta di miso rosso scuro.

Nagoya e i suoi dintorni sono famosi per questo particolare miso, che è tradizionalmente preparato con semi di soia senza aggiunta di cereali, cotti al vapore anziché bolliti e con almeno due anni di fermentazione. Il miso così ottenuto ha un sapore intenso e ricco, conosciuto anche come il “miso dell’imperatore”.

La catena Yabaton ha molti ristoranti a Nagoya e nelle principali città del Giappone. Il più facilmente raggiungibile, durante la visita a Nagoya, è il ristorante Yabaton presso la stazione della città, al nono piano del grande magazzino Meitetsu.

Misokatsu Drop Down
Misokatsu, pic author

L’hitsumabushi è una variante del donburi di unagi, apprezzato in tutto il Giappone. A differenza di quest’ultimo, dove l’anguilla è adagiata in lunghe fette sul riso, in questo piatto l’anguilla è precedentemente tagliata in piccoli bocconcini ed accompagnata dall’apposita salsa e dall’alga nori.

L’anguilla utilizzata è la kabayaki preparata secondo lo stile della regione Kansai, ossia cotta alla griglia e non al vapore. In tal modo la pelle ben rosolata rimane croccante mentre la carne grassa diventa tenera e soffice.

Il nome del piatto hitsumamushi è diventato un marchio registrato del ristorante Atsuta Hōraiken nel 1987, ristorante che per primo cominciò a servire questa pietanza originaria del periodo Meiji. Il piatto viene servito in un piccolo ohitsu, un contenitore per il riso cotto, e si mangia tradizionalmente seguendo un rito di tre passaggi.

Per prima cosa, il riso viene porzionato nella ciotola e una parte viene mangiata così com’è. Una seconda porzione viene poi mangiata con i condimenti, come il wasabi, le alghe nori o la mitsuba, il prezzemolo selvatico giapponese. L’ultima porzione viene servita come la seconda, ma con sopra versato il tè sencha o del brodo e si mangia come il chazuke, il riso imbevuto di tè verde.

Maruya Honten, al nono piano del grande magazzino Meitestu della stazione di Nagoya, è uno dei ristoranti consigliati in cui provarla. Mentre se si è disposti a prenotare con notevole anticipo o ad affrontare lunghe file, mangiare nel locale storico di Atsuta Horaiken vale davvero la pena. Attualmente il locale ha diverse sedi, una delle quali si trova vicino al santuario Atsuta-jingū.

Hitsumabushi Drop Down
Hitsumabushi, pic author

Il kishimen è una delle tre tipologie di udon più famose del Giappone. Di aspetto molto simile alle tagliatelle italiane ma decisamente più scivolosi, questi udon sono anche chiamati hirauchi udon e sono una specialità della prefettura di Aichi.

Gli ingredienti di base sono acqua, farina e sale, gli stessi del normale udon, ma la pasta viene stesa fino a diventare sottile e piatta, il che richiede meno tempo per l’ebollizione e aiuta l’assorbimento del sapore della zuppa.

Proprio come i normali udon, i kishimen possono essere gustati in una zuppa calda a base di brodo di soia o di miso rosso, con alga nori, spinaci, pasta di pesce, tofu fritto e katsuobushi, oppure freddi accompagnati da una saporita salsa da inzuppo.

A Nagoya, durante una visita al famoso santuario della città l’Atsuta-jingū, è consigliato il kishimen di Miya Kishimen, dove è possibile acquistare anche le confezioni souvenir per prepararlo a casa.

Kishimen Drop Down
Kishimen, pic author

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Giorno 6 - Nagoya & Okayama

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Prodotti tipici e souvenir

Il demi-katsudon è una versione locale del katsudon, la cotoletta di maiale fritta nel panko e adagiata su un letto di riso, su cui viene versata una salsa demi-glace e piselli. Il piatto fu inventato dal fondatore di Ajitsukasa Nomura, un ristorante di Okayama, quando era un apprendista chef in un hotel a Tōkyō.

Gli ingredienti utilizzati per la salsa variano da negozio a negozio, e contemplano brodo di sardine essiccate e pollo, consommé, zuppa cinese, salsa Worcestershire, ketchup, miso e salsa di soia.

Data la vicinanza alla stazione, è consigliato mangiare questo piatto proprio nel locale storico di Katsudon Nomura.

Demi-katsudon Drop Down
Demi-katsudon, pic author

L’Ōte-manjū è un piccolo dolcetto a base di riso glutinoso e pasta di fagioli azuki, molto popolare ad Okayama e dintorni. Ideale da accompagnare al tè verde, può essere gustato caldo nella sua fabbrica di produzione poco fuori città, nel quartiere Omachi.

Fondata nel 1837, l’azienda aveva uno store vicino alla porta Ōte-mon del castello di Okayama, da cui il dolce prese il nome. Tutt’oggi nella fabbrica si è deliziati dal profumo del suo ripieno, il koshi-an, una pasta di fagioli a base di fagioli azuki dell’Hokkaidō a cui viene mescolato zucchero semolato. Il ripieno viene messo in un sottile involucro di pasta e cotto a vapore. Il tutto è aromatizzato con l’amazake, una bevanda dolce a base di riso fermentato simile al sakè.

Negli anni questo dolce è divenuto così famoso che è possibile trovarlo anche nei negozi di souvenir più forniti della città.

Ōte-manjū Drop Down
Ōte-manjū, pic author

Tra le tante varietà di pésche presenti in Giappone, la pésca bianca Shimizu Hakutō è considerata la migliore in assoluto. Coltivata esclusivamente nella zona di Okayama, dove il clima è mite in quanto influenzato dal mare, sono numerose le coltivazioni di frutta tanto da divenire il simbolo della città.

La sua origine risale al 1875 quando due varietà superiori di pésche, la pésca al miele di Tianjin e la pésca al miele di Shanghai, furono portate in Giappone dalla Cina, dove il frutto era ampiamente coltivato e ritenuto simbolo di buon auspicio.

Nel 1899 il ricercatore di frutta di Okayama Jugoro Okubo creò questa varietà utilizzando piantine di pésche al miele di Shanghai, e divenne subito popolare in tutto il Giappone per la sua ricca dolcezza e la buccia rosata e bianco latte, tanto da raggiungere la cifra record di 5.000 yen per un singolo frutto.

Da questa pésca furono creati tanti altri ibridi che, a partire dalla ripresa del dopoguerra, sono divenuti man mano più celebri e apprezzati nell’area di Okayama, rendendola a tutti gli effetti la città della pésca.

Ad aumentarne la fama c’è anche la storia folkloristica di Momotarō, bambino nato da una pésca gigante che, quando raggiunse l’adolescenza, lasciò i suoi genitori per combattere una banda di demoni (Oni) che saccheggiavano la loro terra, andandoli a scovare sull’isola di Onigashima (l’attuale isola di Megijima, a largo di Takamatsu, nella quale è visitabile la grotta degli Oni).

Lungo il percorso, Momotarō fece amicizia con un cane, una scimmia e un fagiano che, in cambio dei suoi kibi-dango, accettarono di aiutarlo nella sua missione. Sconfitti i nemici, Momotarō ei suoi nuovi amici tornarono a casa con il tesoro saccheggiato dai demoni.

Oggi le pésche bianche di Okayama sono conosciute anche come “il miglior sapore in Giappone”,  sono succose e hanno un sapore fresco e dolce e vengono consumate soprattutto fresche. Ovviamente, in città è possibile acquistare anche dolci aromatizzati alla pesca o contenenti la sua gustosa marmellata, ma anche bevande e sakè a base del frutto.

Nei pressi della città, ogni estate è molto in voga l’attività del fruit picking della pesca e di altri frutti. Fattorie come Tomomien Fruit Farm e la Yoshii Farm, invitano i visitatori nel proprio pescheto dove possono raccogliere le  pésche e mangiarle sul posto. Su prenotazione, sono disponibili diverse opzioni per il fruit picking, tra piani all-you-can-eat a tempo limitato ed altri che consentono ai visitatori di portare a casa le pésche raccolte come souvenir.

Shimizu Hakutō Drop Down
Shimizu Hakutō confezionate, pic author

Le murasuzume sono un tipo di crepes popolari nella città di Okayama, inventate nell’adiacente cittadina di Kurashiki. L’impasto a base di uova, zucchero e farina viene cotto leggermente e chiuso attorno alla pasta di fagioli azuki. In tal modo lo strato esterno umido molto spugnoso unito alla pasta di fagioli all’interno crea una consistenza davvero deliziosa.

Molti negozi, in particolare a Kurashiki, offrono ai visitatori la possibilità di creare il proprio murasuzume fatto a mano. Ad Okayama questi dolcetti sono venduti confezionati nei negozi di souvenir, come Omiyage Kaido ed altri shop al piano 2F del centro commerciale Sun Station Terrace, presso la stazione di Okayama.

Murasuzume Drop Down
Murasuzume, pic author

Il kibi-dango è famosissimo per essere lo snack preferito da Momotarō, il bambino nato da una pésca, l’icona di Okayama. Secondo la leggenda fu proprio con i kibi-dango che riuscì a reclutare i suoi fidati amici animali per sconfiggere i demoni malvagi.

Il nome kibi ha una origine incerta in quanto potrebbe derivare da una varietà di miglio chiamata kibi, usata in passato per l’impasto, oppure dall’antico nome della regione di Okayama, ovvero la provincia di Kibi.

Il dolce è un raviolo dolce e appiccicoso a base di farina di miglio, farina di riso e zucchero. La ricetta originaria non prevede alcuna farcitura. Tuttavia, negli ultimi anni, si possono trovare kibi-dango dall’impasto aromatizzato alla frutta locale, come l’uva o lo sciroppo al gusto di pésca.

Kibi-dango Drop Down
Kibi-dango, pic author

Il bara-zushi, seppur considerato un sushi povero, è un piatto conosciuto per le occasioni speciali, simile al donburi ma composto da un’ampia ciotola di riso e ricoperto di molti pesci e verdure differenti.

Il piatto nacque durante il periodo Edo in risposta ad un’ordinanza del signore feudale dell’epoca che imponeva di limitarsi ad una ciotola di zuppa ed una di cibo ad ogni pasto. Così i cittadini crearono un piatto semplice che univa il pesce e le verdure di montagna, mascherandole con un’abbondante porzione di riso.

Viene anche chiamato matsuri-zushi in quanto onnipresente in feste e celebrazioni, veloce da preparare e molto in voga soprattutto in primavera, quando nelle case rallegra la tavola durante il periodo dei diplomi e dei nuovi anni accademici, o durante il festival delle ragazze, l’Hina Matsuri, grazie ad ingredienti colorati come il kinshi tamago, uovo sminuzzato finemente a striscioline, e la beni shōga, zenzero marinato nell’umezu (aceto di prugne umeboshi).

Le verdure utilizzate nel piatto dipendono dal periodo. Ingredienti popolari sono il kanpyō (zucca essiccata), le radici di loto, il koyadōfu (tōfu essiccato), la carota e i funghi shiitake. Un ristorante facilmente accessibile in cui si può provare questo piatto è Azuma Sushi Sun, presso la stazione di Okayama.

Bara-zushi Drop Down
Bara-zushi, pic author

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Giorno 7 - Hiroshima & Itsukushima

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Prodotti tipici e souvenir

L’okonomiyaki è nato nel periodo prebellico come spuntino veloce presso le bancarelle di cibo in strada ed i ristoranti okamisan, ovvero gestiti da donne da sole. Nel tempo la ricetta venne perfezionata e a quella che inizialmente era una frittella di farina con cipolle e gamberi essiccati vennero aggiunti ingredienti come cavolo, uova, frutti di mare, pasta per aumentarne il valore nutrizionale nel periodo post guerra.

Il nome deriva dal fatto che gli ingredienti originali non erano sempre facili da ottenere e molti ristoratori iniziarono a prepararlo “cotto come piace a te”, ossia “okonomiyaki”, utilizzando qualsiasi ingrediente disponibile.

Nell’aspetto può apparire come una sorta di fusione tra l’okonomiyaki e la yakisoba: viene cucinato sovrapponendo il cavolo, i germogli di soia, la carne o il pesce, uova e pasta (soba o udon), su una crepes sottile. Questo metodo di cottura lo rende notevolmente diverso dall’okonomiyaki classico in stile Osaka, che viene cucinato mescolando da subito pasta di farina con gli altri ingredienti.

Ci sono più di 2000 ristoranti di hiroshimayaki ad Hiroshima, alcuni assai consigliati per la quantità di varianti offerte, come Fumi-chan ad esempio. Il posto per eccellenza in cui provare questo piatto è Okonomimura, un edificio pieno di ristoranti che cucinano esclusivamente questo piatto, ed Hiroshima Okonomi Monogatari Ekimae Hiroba, nei pressi della stazione.

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Hiroshimayaki, pic author

L’Hiroshima rāmen è caratterizzato da un brodo a base di salsa di soia, maiale e pollo con l’aggiunta di verdure. Il fascino di questo rāmen risiede nel suo sapore leggero, rinfrescante e tradizionale.

L’Onomichi rāmen, altro rāmen molto diffuso in città ma proveniente dalla vicina cittadina di Onomichi, ha una zuppa a base di salsa di soia, pollo e pesciolini proveniente dal mare su cui si affaccia. I condimenti che lo accompagnano sono cipollotti, chāshū (maiale) e germogli di bambù.

Onomichi rāmen Drop Down
Onomichi rāmen, pic author

I momiji-manjū sono soffici dolcetti di un impasto a base di grano, uova, zucchero e miele a forma di foglia d’acero. Sono ripieni, nella loro variante tradizionale, di marmellata anko koshi-an (fagioli azuki), oppure con creme varie quali castagne, crema pasticcera, cioccolato, tè verde ecc.

È una specialità e souvenir tipico di Miyajima, sebbene oggi sia ben noto e diffuso a livello nazionale come un dolce di pasticceria e souvenir rappresentativo dell’intera prefettura di Hiroshima, la cui popolarità aumenta nella stagione autunnale.

Il dolcetto è stato inventato da Tsunesuke Takatsu, un artigiano dolciario giapponese che nella seconda metà dell’era Meiji forniva wagashi a un ryokan situato nella famosa zona turistica del parco pieno di aceri Momijidani-kōen, sull’isola di Miyajima, che si adoperò nella creazione di un dolce ricordo adatto al nome del parco stesso.

L’originale Momiji-manjū è tuttora prodotto e venduto al porto di Miyajima-guchi presso il negozio Takatsudō, lungo la costa San’yō, mentre sull’isola di Miyajima sono molti i negozi che vendono momiji-manjū appena sfornati, come Sakamoto Kashiho, che offre ai suoi clienti un buon tè assieme ai dolcetti acquistati.

È possibile acquistarli anche presso Okinadō, dove è possibile sbizzarrirsi tra confezioni regalo e gusti, ma anche in negozi di souvenir generici pressi i centri commerciali di Hiroshima.

Momiji-manjū Drop Down
Momiji-manjū, picauthor

Le shakushi sono le palette in legno utilizzate per versare il riso nelle ciotole. A Miyajima, dove l’artigianato del legno è molto rinomato grazie alla particolare lavorazione che esalta le venature naturali del materiale, queste palette sono diventate un souvenir simbolico e popolare in quanto intagliate artisticamente ed associate alla buona fortuna.

I negozi dell’isola offrono un’ampia varietà di shakushi, da quelle pensati per l’uso reale a quelli decorativi su cui incidere il proprio nome o messaggio da usare come cartolina.

Il negozio Shakushi-no-ie sulla via principale dello shopping Omotesandō-shōtengai, sono specializzati proprio nella lavorazione di questo oggetto e vendono pezzi per tutte le occasioni. Nel negozio è possibile inoltre ammirare l’Ōshakushi, la paletta di riso più grande al mondo e la cui creazione necessitò di 2 anni di lavoro.

Presso il Miyajima Craft Center dell’isola è possibile anche partecipare a workshop per realizzare la propria shakushi.

Shakushi Drop Down
Shakushi, pic author

Il tratto di mare Seto che separa Hiroshima dall’isola di Miyajima è costellato di allevamenti di ostriche. Per questo le ostriche sono il più famoso dei piatti di mare di Hiroshima, nonché un prodotto popolare rinomato soprattutto per le dimensioni, tenerezza e succosità superiori alla media.

Il Miyajima Oyster Festival si tiene a febbraio, nella stagione invernale ritenuta la migliore per assaporare questa specialità. L’evento è organizzato di fronte al molo di Miyajima dove, scesi dal traghetto, si viene attirati dall’aroma fragrante delle ostriche fritte. Oltre a queste vengono preparati e serviti altri piatti a base di ostriche come l’okonomiyaki di ostriche e lo stufato di ostriche caldo.

Durante tutto l’anno, è possibile assaporare le ostriche nei ristoranti di Hiroshima e di Miyajima, sebbene in quest’ultima sia consigliato assaggiarle tra una stradina e l’altra presso i venditori ambulanti che, oltre a servirle crude, le preparano alla brace o allo spiedo, solitamente con limone o una leggera spruzzata di salsa di soia.

Sull’isola è famoso il ristorante Yakigaki-no-Hayashi che, a prezzi accessibili, serve le ostriche locali preparate in tutte le varianti possibili e in piatti tematici davvero unici.

Kaki Drop Down
Kaki, pic author

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